Ronde Si ronde No!

Intervento di Savino Montaruli (Comitato Quartiere Europa)
Redazione 25 Febbraio 2009 notizie 956
Ronde Si ronde No!


E’ ovvio e scontato che il decreto varato dal Governo avrebbe “riacceso” il dibattito sulle cosiddette “Ronde”, anche nella nostra città.
E’ altresì ovvio che, legittimamente, ognuno esprima le proprie opinioni in merito così come dovrebbe essere ovvio che nessuno deve esercitare il diritto “di interpretare” l’altrui pensiero né, tantomeno, tentare di stravolgerlo.
Mettendo da parte l’ipocrisia, tipica di chi non vuole guardare in faccia alla realtà, ci preme sottolineare che l’impegno dei cittadini, anche in quella che può essere definita “Ronda”, va guardato con immenso interesse e non criminalizzato.
Nello specifico potremmo definire “Ronde” le inchieste dei Giornalisti e delle Tv locali, l’impegno di “alcuni” Preti, che continuamente monitorizzano il territorio e tante altre azioni quotidiane che ognuno di noi compie, qualora non intenda rimanere affogato nel fango dell’indifferenza.
Approfitto dell’occasione, piuttosto, per approfondire un altro elemento fondamentale, in assenza del quale né l’opera dei singoli cittadini, né quella delle “Ronde” avrebbe alcuna efficacia: LE RISPOSTE.
Infatti le risposte alle denunce, alle segnalazioni e all’impegno civico non sempre sono soddisfacenti.
Sarà capitato a molti di noi di dover richiedere l’intervento delle Forze preposte per atti vandalici, per danneggiamenti, per disturbi e per altri motivi “meno importanti” di un omicidio, di un rapimento o di una rapina e sentirsi rispondere “abbiamo poche pattuglie in giro”, “ci sono interventi più importanti che stiamo effettuando”, “chiami un altro Corpo di Forze dell’Ordine”, “la telecamera di Piazza Marconi non ha ripreso il fatto” o addirittura sentirsi rispondere dall’altro capo del telefono una vocina registrata che, in maniera non sempre comprensibile, comunica che gli uffici sono chiusi; o persino vedere intervenire chi di dovere e non ottenere la giusta risposta anche perché ci sono leggi, in questo Paese, secondo le quali alcuni tipi di reati sono difficilmente perseguibili.
Le “Ronde” servirebbero proprio a tentare di evitare queste risposte disarmanti. Infatti tutte le chiamate provenienti dalle Associazioni che organizzeranno il servizio dovranno essere minuziosamente “registrate” e a tali chiamate gli interpellati dovranno dare risposte “ufficiali”.
Il Prefetto ed il Sindaco, coordinatori del Servizio, dovranno prenderne atto ed agire di conseguenza.
Forse è questo il motivo più serio per il quale si manifesti tanta “avversità” verso tale nuovo provvedimento; altro che un “problema culturale”.
Forse dovremmo tutti porci il problema, invece, di come arginare un’illegalità diffusa sul territorio, che mette a serio rischio, talvolta, anche l’incolumità sanitaria dei cittadini; penso al dilagante abusivismo commerciale e ai prodotti alimentari sfusi venduti sull’asfalto e a diretto contatto con i gas di scarico delle automobili, per esempio.
Ronde efficaci, quindi, solo se si costruisce una rete efficiente che, Ronde o non Ronde, dia certezza del diritto e della sanzione e, soprattutto, garantisca la sicurezza e la legalità quale primario impegno in una Comunità.
A guardare gli organici delle Forze dell’Ordine, notevolmente sottodimensionati rispetto alle reali necessità piuttosto che confrontati con quelle del Nord Italia, si può tranquillamente affermare che il vero problema non sono affatto le “Ronde”.
Se vogliamo parlare di problemi reali, quindi, parliamone, se volgiamo fare i “Teologi”, facciamolo pure.
La realtà è che dappertutto il problema della mancanza di Sicurezza, intesa come garanzia dei minimi diritti di serena convivenza, è quello che più sta a cuore agli italiani, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze.
Se questo agli andriesi non interessa, facciano pure! Continuino ad ignorare ciò che accade attorno a loro, aspettando la prossima villa data alle fiamme; i prossimi dati che parleranno di aumento del consumo di droghe, continuando a far finta di niente di fronte ai giovani che festeggiano con bevande alcoliche per le strade (fuori dai bar) della città e aspettando le statistiche che ci confermeranno il dilagante bullismo e tutto quello che, quotidianamente, leggiamo sui giornali.
Noi non ci stiamo!

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