Inchiesta compravendita voti: dare la massima importanza alle indagini e arrivare subito alla verità

Intervento di Savino Montaruli
Redazione 03 Luglio 2010 notizie 885
Inchiesta compravendita voti: dare la massima importanza alle indagini e arrivare subito alla verità


Apprendiamo con soddisfazione che le indagini della Procura di Trani sul voto di scambio sono ancora al centro dell’attenzione, anche pubblica.
Non voglio essere frainteso e chi mi conosce sa bene che sentimenti malvagi come “la cattiveria” non mi appartengono ma li subisco da sempre, anche da parte di “insospettabili”.
Ritengo doveroso, invece, che venga posta l’attenzione non solo sugli aspetti strettamente ”giudiziari” della vicenda ma anche sui risvolti “sociali”, considerando questi ultimi come aggravante, poiché questi illeciti contribuiscono non poco ad alimentare il senso del qualunquismo e la disaffezione verso le istituzioni e i politici onesti.
Sono oramai migliaia i soggetti, uomini e donne, che, periodicamente, tentano l’avventura politica quali candidati nelle competizioni elettorali. Quindi non sono il solo ad aver vissuto, ascoltato e rimasto disgustato delle modalità con le quali queste competizioni vengono condotte da parte di molti soggetti e loro scagnozzi.
E’ nota a tutti “la macchina” che viene messa in moto durante queste competizioni: c’è chi promuove onestamente la propria immagine e cerca di trasmettere il proprio pensiero civico e politico, utilizzando i mezzi a disposizione e chi decide, in maniera disonesta e truffaldina, di condurre la propria campagna “diversamente”; assolvendo gruppi di portatori di voti; mettendo in moto vere e proprie macchine di distruzione morale degli avversari; utilizzando l’arma della denigrazione e della falsità per demolire i concorrenti con i quali, evidentemente, non riesce a competere.
Questi “gruppi” sono i più “attivi e visibili” ed essendo anche prezzolati non esitano ad attivare, sempre con i soldi dei “mandanti” vere e proprie “organizzazioni” con aperture di Comitati, di varia natura, sull’intero territorio o in particolari “zone” ove più sono “sfruttabili” situazioni di malcontento; vero, presunto o costruito ad hoc.
A coloro che attuano queste “pratiche” mostruose si accosta un’altra categoria di “cercatori” di voti: quelli che avendo già assaporato il gusto del potere, essendosi già creati dei “bacini di utenza”, che siano stati al governo o all’opposizione delle Amministrazioni poco importa, continuano a sfruttare questo bacino rinnovando promesse che coincidono, quasi sempre, con il favoritismo personale e soprattutto con la reiterata promessa del posto di lavoro.
Forse è proprio questa la chiave di svolta.
Molte delle promesse relative all’aspetto “occupazionale”, al contrario del voto acquistato direttamente con denari o forniture varie che spesso non ha rilievo numericamente rilevante seppur ne consente l’elezione, presuppone una continuità di rapporto, fino all’esito finale della promessa, cioè la garanzia occupazionale.
Quindi dovrebbe essere molto più semplice indagare e seguire questo filone di inchiesta. Infatti quasi sempre si tratta di promesse relative ad occupazioni all’interno di Enti e/o Società direttamente collegati con l’Ente che ci si accinge a governare o ad amministrare o che si è già amministrato.
Allora perché non seguire tutte le fasi successive al voto e indagare proprio sulle modalità con le quali vengo effettuate le assunzioni e affidati incarichi di varia natura?
Questo potrebbe essere veramente un “servizio” a favore della collettività, garantendo parità di trattamenti, garanzia del riconoscimento dei diritti e soprattutto mettere fine a processi di collusione e di consociativismo che tutti a parole affermano di voler contrastare ma ai quali tutti ci si abituano proprio perché considerato un fatto normale.
L’esito di questa e di altre inchieste che andrebbero avviate sull’argomento è di fondamentale importanza.
Pertanto esprimo la mia solidarietà verso i Magistrati che, ne sono certo, non trascureranno alcun particolare e ai quali sarà riconosciuto il giusto merito di aver svolto non solo un lavoro “tecnico” ma anche e soprattutto “sociale”.

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