San Riccardo, camminate sotto l'appicciata

Dai contadini ai radical chic lungo Corso Cavour
Paolo Matera 18 Settembre 2016 satiricomix 1323
San Riccardo, camminate sotto l'appicciata


C'è stato un tempo lontano in cui i contadini, che una volta ad Andria constituivano la classe prevalente, aspettavano San Riccardo per tirare fuori dall'armadio l'abito del matrimonio e infilarci nel taschino la penna stilografica a mo' di pochette. Invero, nella maggior parte dei casi, si trattava di mera apparenza, giacché quella che chiamavano "camicia" era in realtà un accessorio privo di continuità territoriale, costituito nell'insieme solo da un colletto e due polsini di cotone bianco, gli unici pezzi "visibili", perciò degni di essere indossati. Quanto alla penna, che i contadini sapevano maneggiare con meno destrezza di una zappa, non era necessario che ne fosse presente il corpo. Bastava il solo cappuccio. E infatti i buontemponi della middle class si divertivano a sfilarlo dai taschini a tradimento, ottenendo per risposta vario genere di improperi, il più frequente dei quali era il tipico: "Uhè u carògn!".

Molti di quegli inamidati erano gli stessi che spargevano schegge di vetro sotto il cammino di Monsignor Di Donna, prima che cominciasse la processione a piedi scalzi.

La tradizionale "camminata sotto l'appicciata" dell'andriese medio, invece, protetta da scarpe scomode ma tirate a lustro, si sviluppava a corrente alternata tra l'orchestrina di piazza Catuma e quella dei Cappuccini. Entrambe intonavano brani di opera lirica e musica classica.

San Riccardo, dunque, pur essendo sempre stata una festa "open", senza limiti di ceto, censo ed età, aveva nei tempi antichi un tono abbastanza elevato, tanto che la classe contadina sentiva il bisogno di "borghesizzarsi" per almeno tre giorni.

Con l'andare degli anni, ferma la vocazione universale della festa, al crescere del terziario e del ceto medio, è conseguito paradossalmente un abbassamento del suo livello generale. Negli anni più bui, gruppi come i "Milords" e "La Comune Idea" soppiantavano le tradizionali orchestre, mentre la camminata sotto l'appicciata si convertiva in "caciara sotto l'appicciata".

Assistiamo in questo periodo alla prima "proletarizzazione" di San Riccardo, che, passando per gli anni dei grandi nomi del pop, susseguitisi per il concertone di Piazza Catuma, è giunta sotto diverse forme fino ai nostri giorni, in cui snob di destra e radical chic di sinistra, uniti per il resto dell'anno nella comune causa della puzza sotto il naso, non disdegnano di soffermarsi tra le bancherelle di Corso Càvour e mettersi a tirare spudoratamente con gli ambulanti africani sul prezzo di un misero "pisciaturo" cinese.

Quest'anno c'è stato un piccolo ritorno al passato. Ieri sera in piazza Catuma c'era un soprano. A vederla, naturalmente, la famiglia del morto.

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