Fast and Fierus: anche quest'anno la Fiera d'Aprile si è fatta

E proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia
Paolo Matera 05 Maggio 2018 satiricomix 2244
Fast and Fierus: anche quest'anno la Fiera d'Aprile si è fatta


C'è un luogo comune sugli italiani, che fluttua sulla pasta molle di una pizza e corre lungo le corde allentate di un mandolino, per farsene beffa, come fa il gatto con il topo, come il finale di una commedia all'italiana degli anni Sessanta, di quelle con Alberto Sordi che si riscatta, e da piccolo si fa grande, nel giro di uno stacco, giusto il tempo d'infilarsi l'inconfondibile maschera di disgusto.

E che ad Andria questa amministrazione avesse incarnato in tutto e per tutto la poetica di Sordi era di pubblica evidenza. Mancava solo il colpo di coda a completare il quadro, il riscatto finale che emenda, quello che integra l'unico luogo comune positivo su noi italiani, il più autorefenziale di tutti, perché in fondo ce lo ripetiamo solo tra noi per farci coraggio: che noi italiani diamo il meglio quando siamo sotto pressione, quando ormai la situazione è compromessa. È lo spirito di "Italia-Germania 4 a 3" che si perpetua latente, per riemergere a volte in exploit vari (ma non sempre), perfino quando sembra che una fiera che si tiene ininterrottamente da quasi 500 anni, per incuria, negligenza e disorganizzazione strutturale, debba conoscere l'anno del suo oblio.

E invece si tiene, con operatori ed artisti scritturati in quattro e quattr'otto, scalette messe in piedi a tempi di record olimpionici, corsi, percorsi ed ostensioni dispiegati al volo, giusto per il gusto di fare le rimonte, perché, come diceva Kennedy, si va sulla Luna non perché sia facile, ma perché è difficile. E alla fine il pubblico c'è stato, con biglietto o senza, curioso, entusiasta, volenteroso, nonostante i ritardi e i falsi allarmi, ma con la certezza che ciò che si recupera in zona Cesarini non sempre emenda, né riscatta, ma al massimo salva.

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