Il Sindaco Zaccaro si è dimesso

In una nota i motivi del gesto
Redazione 09 Luglio 2009 notizie 947
Il Sindaco Zaccaro si è dimesso


"Stamane, ho protocollato le mie dimissioni dalla carica di Sindaco della Città di Andria. Dopo i conflitti e le violenze verbali, successive alla campagna elettorale, ho cercato, ancora una volta, con ogni forza rimastami a disposizione, di ricomporre un quadro politico, da tempo devastato da personalismi biechi e penalizzanti per la Città.

L'ennesimo Consiglio Comunale, tenutosi una decina di giorni fa, aveva registrato, nuovamente, una situazione di pericolosa irresponsabilità, se è vero che era più volte venuto meno il numero legale e che era stato inserito all'ordine del giorno, peraltro, un provvedimento, come quello relativo al bilancio consuntivo, che si sapeva benissimo non poteva essere trattato, per mancanza del parere dei revisori dei conti, forse con il proposito, non proprio celato, di “continuare a tenere il Sindaco sulla graticola”, giacché in questi oltre quattro anni non vi è stato Consiglio Comunale a cui abbia avuto la fortuna di approcciarmi con serenità e senza dover fronteggiare i numerosi “mal di pancia”.

Ho immediatamente convocato un tavolo tra tutte le forze politiche che sostenevano l'Amministrazione. Si sono svolte ben quattro lunghe riunioni.

A quel tavolo, il PD, rappresentato dall'ineffabile segretario CICCIARELLI e dal capogruppo CIRULLI, ha subito inserito un tema, da sempre caro a quel partito, ossia l'“AZZERAMENTO DELLA GIUNTA”, o in subordine la “DECAPITAZIONE DEGLI ASSESSORI TECNICI”, peraltro dimenticando che, da molto tempo, di assessore tecnico, nella mia giunta, vi era solo il Dott. DI PILATO, giacché l'Arch. SINISI era stato chiaramente ascritto ad una forza politica fra quelle che avevano sostenuto la mia candidatura a Sindaco, ossia RECUPERO e SVILUPPO.

Ancora una volta, tutto si risolveva attraverso un balletto di poltrone, forse per dar spazio a qualche bocciato delle ultime consultazioni provinciali, confondendo l'Amministrazione per un ufficio di collocamento.

Di analisi politica della situazione critica della coalizione o di riflessioni serie sulla perdurante inoperatività di un organo decisivo come il Consiglio Comunale, nemmeno l'ombra.

Eppure il sottoscritto aveva citato due degli esempi ultimi, soltanto fra i più eclatanti, per far sconto degli altri, come quello della delibera relativa ai primi adempimenti del Piano Urbanistico Territoriale Tematico, provvedimento propedeutico alla più complessiva manovra urbanistica, tenuto bloccato per oltre due anni e mezzo, e quello della nomina del Collegio dei Revisori dei Conti, dove il PD aveva proposto ben cinque nomi, non riuscendo evidentemente ad operare alcuna sintesi, con la conseguenza che il Consiglio Comunale era rimasto “al palo” per oltre quattro mesi.

Ho tentato disperatamente di evidenziare che tali atteggiamenti allargavano maggiormente il solco esistente tra il Palazzo e la comunità, ma ritengo di non essere stato affatto compreso.

Quando l'UDC ha confermato il cosiddetto “appoggio esterno” all'Amministrazione, l'attenzione si è strumentalmente riversata su questo argomento.

Il PD, che aveva patito un atteggiamento unanime, da parte delle altre forze politiche sedute al tavolo, nel respingere le “decapitazioni” immotivate, ha detto che quell'argomento era dirimente per il prosieguo dell'esperienza amministrativa.

Di contro, le altre forze politiche ritenevano che quell'appoggio, definito leale dagli stessi rappresentanti dell'UDC, potesse essere decisivo per attuare un importante e decisivo percorso di fine mandato, ma il PD ha chiesto tempo e poi tempo ancora, per operare passaggi nel gruppo consiliare e quindi nel partito, quasi ad umiliare la pazienza dei suoi interlocutori, specificando, comunque, che “la maggioranza dei consiglieri comunali del PD erano contrari ad andare avanti senza l'ingresso dell'UDC in giunta”.

Credo che i registi, noti ed occulti, del PD, che dal primo giorno hanno minato, con tutti gli strumenti a loro disposizione, la stabilità di questa Amministrazione, possano finalmente stappare la bottiglia di champagne, che avevano da tempo messo in fresco.

Il sottoscritto, con dolore, ma con la serenità d'animo di chi le ha tentate tutte per scongiurare il commissariamento prefettizio, toglie il disturbo.

Avevo auspicato di costruire un percorso condiviso per creare le condizioni di una rinascita politica del centro-sinistra in questa città, anche attraverso le primarie di coalizione, che potessero servire ad animare un confronto tra diverse idee.
Tutto si è arenato di fronte a visioni assolutamente miopi.

Ai consiglieri dell'UDC che hanno parlato di “dignità violata”, vorrei rammentare le tante volte in cui la mia dignità è stata volgarmente oltraggiata, e ciononostante ho continuato a lavorare per la Città, cercando di fare qualcosa di utile per i tanti cittadini che attendono risposte e sapendo che la Politica deve superare ogni visione egocentrica.

Comunque, se il loro obiettivo era quello di una conclusione anticipata di questa Consiliatura, mi congratulo anche con loro, invitandoli, parimenti al PD, a spiegare agli andriesi, nei prossimi mesi, durante la gestione commissariale, che è stato meglio lasciare questa Città senza guida politica.

Ai rappresentanti del centro-destra, non tutti, che hanno usato, come strumento di lotta politica, l'attacco personale e vile nei miei confronti, spesso coinvolgendo anche i miei affetti più cari, dico, con orgoglio, che io avrò sempre la fortuna di poter guardare in modo trasparente gli occhi dei miei figli; spero che anche loro possano godere di questo dono che la vita riserva ai più degni.

Ritorno al mio lavoro; voglio che tutti abbiano, d'ora in poi, rispetto per un privato cittadino. Se ritengono che questo sia per loro più gratificante, mi cancellino pure dalla memoria. Mi permetto sollecitare i dipendenti comunali, che hanno il privilegio di non conoscere una situazione di bisogno, perché stipendiati, a fare sempre bene il loro dovere, con lealtà soprattutto, anche perché alle nostre porte bussano persone che quel privilegio non hanno, e spesso sono prive del minimo necessario per soddisfare primarie esigenze di vita.

Ai cittadini andriesi, voglio rivolgere un ultimo pensiero. Credetemi, ho dato tutto me stesso, lavorando quotidianamente, con le mani pulite, in una logica di servizio disinteressato.
Mi sono state frapposte difficoltà di ogni natura.

Ho ricevuto pressioni veramente odiose, che hanno di molto rallentato l'azione amministrativa, ma non ho mai ceduto, radicando la mia azione a principi di piena correttezza.

Lascio, comunque, significative realizzazioni ed un'importante progettualità, che era mancata prima d'ora e che, se portata ad attuazione, eleverà la qualità della vita degli andriesi.

Spesso sono stato lasciato solo nelle battaglie per la legalità, pagando prezzi umani molto alti, o nel difendere le prerogative di questa Città rispetto a chi quelle prerogative voleva “commercializzare” per la conquista o la salvaguardia di postazioni personali.

Spero che quest'opera venga proseguita dai tanti uomini e dalle tante donne di buona volontà della Nostra Città. Forse un giorno vi sarà un lembo felice di questa Terra, dove saranno banditi gli egoismi più accecanti, e tutti comprenderanno che la propria salvezza dipende da quella dell'altro. Che Iddio illumini sempre la vita di questa Città!"

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