Liceo Scientifico di Andria, una vita da precario

Intervento di Savino Montaruli "Associazione Io Ci Sono!"
Redazione 05 Gennaio 2011 notizie 877
Liceo Scientifico di Andria, una vita da precario


Esprimo la mia personale e totale solidarietà agli studenti, docenti e personale scolastico che continuano a protestare in maniera fin troppo civile per l’ampliamento del Liceo Scientifico “Nuzzi” di Andria e la realizzazione delle aule che consentano il riaccorpamento dell’Istituto in un’unica sede e la fine dei tantissimi e comprensibili disagi arrecati ad alunni, docenti e personale scolastico.

Da ex studente proprio di quel Liceo Scientifico ricordo con grande lucidità la situazione che io stesso ho vissuto 34 anni fa allorquando, già da allora, il Liceo Scientifico era diviso in più parti ed eravamo costretti a recarci nella villa comunale, quindi all’esterno della struttura, per le attività di educazione fisica, come allora veniva definita.

Aule allocate in un appartamento di più vani, alcuni dei quali, come la classe da me frequentata, a piano terra, praticamente “per strada”.

Certo la Scuola da allora è cambiata: non c’erano le aule multimediali e molte delle attività didattiche che oggi vengono svolte non erano previste.

A distanza di tanti decenni trovarsi ancora a discutere di un Liceo “sdoppiato” e poco funzionale è a dir poco vergognoso e dimostra come tantissimo tempo sia stato sprecato da parte delle Istituzioni e della Politica che ha accumulato ritardi incomprensibili e giustificabili unicamente con l’incapacità e l’inconsistenza di chi ha amministrato la Cosa Pubblica.

Condivido pienamente i tanti interventi sull’argomento e, perfettamente d’accordo con quello recente dell’Associazione Genitori di Andria, ritengo indispensabile che le risposte giungano celermente senza abusare ulteriormente della pazienza dimostrata anche dai genitori e dagli stessi studenti che, sino ad ora, hanno posto in essere forme di protesta civili e ammirabili.

Chiunque, dico chiunque, debba fornire le risposte attese lo faccia immediatamente e soprattutto si abbia il coraggio di ammettere le responsabilità dei ritardi ricercando il modo migliore per porvi rimedio cioè agendo con urgenza e determinazione.

Non so se avrò altri 34 anni a disposizione ma sicuramente non vorrei ritrovarmi all’età di 82 anni con un Liceo Scientifico ancora diviso e senza aule.

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