10 buoni motivi per dire 'NO' al cementificio Andria Trani

Intervento di Legambiente Andria in merito al consiglio comunale di Andria di lunedì p.v. sulla questione cementificio
Redazione 29 Gennaio 2011 notizie 955
10 buoni motivi per dire 'NO' al cementificio Andria Trani


Lunedì 31 Gennaio 2011 ad Andria si terrà la seduta monotematica del Consiglio Comunale per esprimere un giudizio circa la proposta di realizzazione di un nuovo cementificio avanzata dalla ‘General Cement Puglia’ (Gruppo Matarrese) che ne prevede la collocazione nel territorio comunale di Trani ma in prossimità del confine con quello di Andria.

Diverse sono le perplessità sulla realizzazione di questo impianto, dal presunto utilizzo del carbone come combustibile per l’alimentazione dei forni, alle contraddittorie dichiarazioni sulle quantità di clinker (cemento) da produrre giornalmente, 499 t/giorno, perché se si dichiarasse di volerne produrne 500 t/giorno ci sarebbe l’obbligo della Autorizzazione Integrata Ambientale, iter più articolato e complesso.

Per quanto riguarda il carbone, mancano dati sulla filiera produttiva dello stesso, il trasporto e lo stoccaggio, non vogliamo sembrare pervenuti, però lo sappiamo benissimo che il carbone l’azienda dovrebbe acquistarlo e pagarlo, mentre una soluzione nettamente più “economica” è quella di bruciare i rifiuti, dove per ogni tonnellata incenerita è lo Stato a pagare l’azienda.

Comunque nonostante si stia parlando di un territorio già martoriato dalla presenza di discariche, altre tipologie di impianti industriali (fatti e da farsi), la strada sp. Andria-Trani già soprannominata “strada della morte” per altri motivi, andrà così a confermare la sua fama.

Da quando si è saputa la notizia della costruzione della cementificio (Maggio 2010) sono nate delle sinergie tra le diverse realtà associative del territorio, come già detto le perplessità e i timori sono tanti, abbiamo provato ad elencarne dieci in un volantino che sarà distribuito durante il consiglio comunale di lunedì 31 c.m.

Non vogliamo in nessun modo ostacolare lo sviluppo delle imprese, soprattutto in un momento di crisi come questo, ma non permetteremo a nessuno di lucrare sulla nostra salute.

Il parere del consiglio comunale di Andria non è vincolante, però se negativo darebbe un segno alla popolazione di Andria e non solo dell’attenzione della nostra classe politica alla salute dei cittadini e all’ambiente, perché a viverne le conseguenze poi, saremo tutti!

Anche questa vicenda è inevitabilmente legata al ciclo dei rifiuti, quando vedremo scelte politiche concrete in questa direzione? Quando i cittadini capiranno l’importanza della raccolta differenziata ? E che producendo meno rifiuti e differenziandoli non fanno favore a nessuno se non a se stessi ed alla collettività?

La storia infinita.



PERCHE’ DICIAMO 10 VOLTE ‘NO’ ALL’IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI CLINKER (CEMENTIFICIO) PROPOSTO DALLA GENERAL CEMENT PUGLIA S.P.A. (GRUPPO MATARRESE) SULLA S.P. ANDRIA-TRANI.

1. L’IMPIANTO INDUSTRIALE PROPOSTO E’ TECNOLOGICAMENTE ASSIMILABILE AD UN INCENERITORE, E LA DIRETTIVA 2000/76/CE, PREVEDE ESPRESSAMENTE IL COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI NEI CEMENTIFICI.

2. ATTUALMENTE NEL CEMENTIFICIO DI BARLETTA (BUZZI UNICEM) SI BRUCIANO 26000 T/ANNO DI RIFIUTI, E L’IMPIANTO PROPOSTO DALLA G.C.P. SORGERA’ A RIDOSSO DELLA DISCARICA DI BACINO ATO-BA1.

3. IL DECRETO RONCHI (DL 5/2/1997 N. 22) PREVEDE LA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI CEMENTIFICI E NE AGEVOLA L’ITER AUTORIZZATIVO CONTEMPLANDO ANCHE UNA PROCEDURA SEMPLIFICATA.

4. NEL PROGETTO SI DICHIARA, STRATEGICAMENTE, DI VOLER PRODURRE SOLO 499 T/GIORNO DI CEMENTO PER NON SOTTOPORRE L’ITER APPROVATIVO ALLA PROCEDURA IPPC-AIA COSI’ COME PREVISTO DAL D.L. 18 FEBBRAIO 2005 N. 59 (ALLEGATO I - PUNTO 3.1). TUTTAVIA NELLO STESSO PROGETTO SI DICHIARA PIU’ VOLTE CHE L’IMPIANTO HA UNA POTENZIALITÀ DI 600.000 T/ANNO E CHE PRODURRÀ 225.000 T/ANNO EQUIVALENTI A 616 T/GIORNO.

5. DAL PROGETTO SI RILEVA CHE IL PRINCIPALE COMBUSTIBILE PER ALIMENTARE IL FORNO DELL’IMPIANTO DOVREBBE ESSERE IL CARBONE (19598 T/ANNO) CHE E’ UN COMBUSTIBILE AD ELEVATO IMPATTO AMBIENTALE.

6. NON E’ ASSOLUTAMENTE CHIARA L’AREA DI PROVENIENZA DEL CARBONE E NON VIENE RESA NOTA L’INTERA FILIERA DI PRODUZIONE, COMMERCIO, TRASPORTO E MONITORAGGIO DI TALE COMBUSTIBILE.

7. NON SI COMPRENDE COME IN PIENA CRISI DEL SETTORE EDILE E DELLA PRODUZIONE DI CEMENTO SI PREVEDE DI EFFETTUARE UN INVESTIMENTO DI 120 MILIONI DI EURO. E’ EVIDENTE CHE IL VERO BUSINESS SIA RAPPRESENTATO DAI PROVENTI DERIVANTI DALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI.

8. SECONODO L’EPA (ENTE AMERICANO DI PROTEZIONE DELL'AMBIENTE), I CEMENTIFICI SONO LA SECONDA FONTE DI DIOSSINE E FURANI, DOPO GLI INCENERITORI PER R.S.U., E PRIMA DI QUELLI PER RIFIUTI OSPEDALIERI.

9. L’IMPIANTO SORGERA’ IN UNA ZONA ESTREMEMENTE FLAGELLATA DA ATTIVITA’ AD ELEVATO IMPATTO AMBIENTALE: DISCARICHE PER R.S.U., DISCARICHE PER RIFIUTI SPECIALI, INCENERITORE PER OSSA ANIMALI, CAVE, IMPIANTI DI BETONAGGIO. L’INSERMENTO DI UN ALTRO IMPIANTO AD ELEVATE EMISSIONI (SOx 171,72 T/anno; NOx 171,72 T/anno; EMISSIONI POLVERI 51,52 T/anno) RAPPRESENTEREBBE UN ULTERIORE RISCHIO SANITARIO PER LE POPOLAZIONI DEI COMUNI CIRCOSTANTI.

10. LA DITTA PROPONENTE PREVEDE L’ASSUNZIONE DI 54 UNITA’ LAVORATIVE. TUTTAVIA A FRONTE DI QUESTO ESIGUO NUMERO DI OCCUPATI VI SAREBBERO ELEVATISSIMI E GRAVI RISCHI EPIDEMIOLOGICI PER LE POPOLAZIONI VICINE.

Non facciamoci prendere in giro!


Circolo Legambiente Andria “Thomas Sankara”.

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