Petizione per l'istituzione del Difensore Civico Andria

Intervento della Libera Associazione Civica Andria
Redazione 23 Febbraio 2009 notizie 881


La L.A.C. con la presente rimette la petizione popolare (petizione deriva dal verbo "peto" che significa chiedere per ottenere), sottoscritta e depositata c/o l'ufficio protocollo della casa municipale il 17/12/2002 — come dire l'altro ieri-, con cui si chiedeva l'istituzione del Difensore Civico, come previsto dalla legislazione e dallo Statuto Comunale vigenti.
Tanto poiché ciclicamente tutti parlano della necessità di istituire questa figura di raccordo tra il Cittadino e la Pubblica Amministrazione, d'altronde nelle sedi opportune la stessa Amministrazione ha provveduto ad approvare alcuni provvedimenti preliminari, ma per problemi di lana caprina ed i soliti bizantinismi il lavoro non è stato portato a termine.
E' di questi giorni, similmente all'oggetto della presente missiva, la proroga dell'entrata in vigore della Class Action da parte del Governo, ed ancora, l'ordinario superamento delle norme dettate dallo Statuto del contribuente, istituito con una normativa ordinaria.
Brevemente: ogni provvedimento, che considera il cittadino come soggetto latore di diritti, è puntualmente o accantonato o superato dalla ragion di Stato.
Due sono i punti in discussione:
- La sovranità popolare;
- La volontà Generale.
Gli Organi dello Stato, qualsiasi sia il livello della loro giurisdizione, sono l'emanazione della sovranità popolare e della volontà generale. In tale contesto, quindi, tutta l'Amministrazione Pubblica è soggetta al vaglio del cittadino delegante, mentre gli organi dello Stato sempre più spesso o snobbano, giocando sui bisogni del delegante, o delegano alla burocrazia, ma _delegatus non potest delegare" è un principio disatteso dai delegati, i vari politici eletti ad ogni livello, di tutto l'arco costituzionale, al punto da aver emanato norme che delegano l'amministrazione proprio ai burocrati: le Amministrazioni locali hanno potere di indirizzo, mentre la gestione di questi indirizzi è delegata ai dirigenti. Pensiamo alla valenza data allo status del cittadino: consumatore (do ut des), elettore, soggetto d'imposizione fiscale, giocatore di lotterie, vacca da mungere: attraverso contravvenzioni tout court, soldi letteralmente prelevati dalle tasche — pensiamo al T.F.R. - , tasse una tantum applicate, mai restituite ed ancora in vigore con fini sconosciuti — GESCAL-.
Da alcuni lustri in sostanza la nostra è diventata una democrazia controllata, l'impasse dov'è?
La sovranità del cittadino è sottoposta al controllo degli organi dello Stato, mentre in realtà dovrebbe essere il contrario; un esempio: le intercettazioni telefoniche. Ogni commento è superfluo.
Una costante nel comportamento dei soggetti politici, da oltre tre lustri,: il mancato riconoscimento dei ruoli assegnati dall'elettorato, cioè maggioranza ed opposizione. Quale il rispetto verso chi ha deciso?
Il sistema democratico è palesemente ammalato; la politica si è arrogata il diritto di prevalicare le prerogative del cittadino, un esempio locale: il diniego o rifiuto di un confronto dialettico sulla questione 6^ provincia. Non vogliamo credere di essere in una fase che potrebbe definirsi di _dittatura della democrazia", ma certamente in questa fase storica affermiamo di trovarci in una fase in cui la Plutocrazia sta prendendo il sopravvento: in questa fase economica, il 10% degli italiani detiene il 50% della ricchezza del Paese, al restante 90% le briciole come sotto i deschi del Medioevo. E questa fenomenologia è tutt'ora in evoluzione. Un corpus legis ampio oltre ogni immaginazione, così variegato al punto che non vi è la certezza del diritto. Sembra quasi che vi vogliano regolamentare anche i respiri necessari per il nostro organismo — maximum ius, maxima iniuria._Qod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini".
Nella speranza che, almeno in questa occasione, siamo accolti da rappresentanti dell'Amministrazione, sarebbe un segno che gratificherebbe il lavoro svolto.

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