Pronta la riforma che elimina il valore legale della laurea. Urge mobilitazione

Intervento di Vincenzo Sinisi (PdCI)
Redazione 08 Giugno 2009 notizie 988
Pronta la riforma che elimina il valore legale della laurea. Urge mobilitazione


Il ministro dell'Istruzione Gelmini ha dichiarato che è pronta la riforma dell'università che eliminerà il valore legale al titolo di studio e permetterà di commissariare le Università. Questa riforma però sarà presentata solo "dopo il 6 giugno per toglierla dalle dinamiche della campagna elettorale. In verità perchè antipopolare: abolire il valore legale della laurea significa fare in modo che le lauree non siano più tutte uguali davanti alla legge ma che ci saranno università di eccellenza per i pochi che possono permettersele ed università di serie B tutti gli altri.
La riforma segnerà la fine dell'unico strumento che ha garantito, nel nostro Paese, il principio costituzionale dell'eguaglianza sostanziale per tutti e la conseguente possibilità di un miglioramento della propria condizione attraverso gli studi. Non a caso, questa riforma recepisce l'ordine del giorno che, il 9 gennaio, la Lega Nord aveva presentato in Parlamento, sostenendo che l'attuale titolo di studio, legalmente riconosciuto, sarebbe alla base della falsa concorrenza agli atenei del nord da parte delle università meridionali che si sarebbero trasformate in laureifici. E' evidente uno stretto collegamento tra l'abolizione della valore legale della laurea e la privatizzazione delle università, così come è evidente che, se questa controriforma fosse approvata, si porranno gravissimi problemi: l'esercizio delle professioni libere, da quella di avvocato a quella di medico, sarà lasciata integralmente nelle mani corporative degli ordini professionali, la partecipazione ai concorsi pubblici in quelle una burocrazia autoreferenziale; i criteri di ammissione ai dottorati di ricerca ed ai diversi esami di stato in quelle di chi, nelle università conta davvero. Infine, come potremmo chiedere all'Europa il riconoscimento dei titoli conseguiti in Italia se essi non vengono riconosciuti neppure in Patria?
Ma c'è di più - continuano il provvedimento prevede anche il commissariamento degli atenei che non si siano messi in regola con i conti, voluto dal senatore del Pdl Giuseppe Valditara. Considerati i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario degli Atenei, è evidente che nel giro di tre anni nessuna università italiana, per virtuosa che sia, potrà avere i conti in ordine: ciò significa che tutte potranno essere (e, probabilmente, saranno) commissariate, mettendo così la parola fine all'autogoverno delle università, sancita dalla Costituzione.
La data della presentazione in consiglio dei ministri - conclude la nota della Lista Comunista - dovrebbe essere il 12 giugno, 7 mesi dopo la presentazione delle linee guida della riforma. Purtroppo, in Parlamento non si potrà contare su di una opposizione parlamentare perché, come è stato sottolineato dalla stessa Gelmini, questa riforma al suo interno recepisce alcune proposte che sono state avanzate proprio dalle opposizioni. Essa potrà quindi essere fermata sola da una tempestiva e forte mobilitazione degli studenti, dei docenti, dei precari, di tutti quanti operano negli atenei italiani e di tutti coloro che sono interessati al futuro del Paese, perché una università libera e qualificata non è una necessità solo degli studenti e dei docenti, ma è un diritto dei cittadini.

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