Licenziamenti all'UCI Cinemas: una sconfitta per tutti

La triste, prevedibile e prevista storia dell'UCI CINEMAS di Andria
Redazione 26 Agosto 2009 notizie 1302
Licenziamenti all'UCI Cinemas: una sconfitta per tutti


Non era difficile prevedere il triste epilogo di una delle tante storie tristi della nostra città.
Una sconfitta per tutti; per i lavoratori, per i sindacati, per la cultura, per la politica e per l’intera città.
Sarebbero troppe le riflessioni che si potrebbero fare su questa ennesima triste vicenda ma, in questa circostanza, basterebbe soffermarsi su una sola per verificare come sia cambiato il sentimento di “difesa del posto di lavoro”.
Dove sono finite le “battaglie sindacali” di una volta; dov’è finita la voglia dei lavoratori di “difendere con i denti il propri diritti”?; dov’è finita la “reazione civica” a difesa di un contenitore culturale che viene meno, con il rischio di rimanerne quasi completamente privati; dov’è finita la capacità di mediazione ed il decisionismo della politica?
Eppure non è sempre stato così.
Colpa del precariato?
Forse si. Quel precariato che colpisce il mondo del lavoro come anche l’intera Società Civile e la Politica.
Siamo tutti precari nelle nostre funzioni.
Tutti protesi a guardare il presente e l’immediato futuro, non avendo capacità di andare oltre.
Un tempo, invece, i lavoratori si facevano sentire; i sindacati sapevano come difendere i diritti dei lavoratori; i politici sapevano farsi rispettare ed erano veramente punto di riferimento per il territorio; la Società Civile era ancora capace di indignarsi e di reagire.
Il caso “Uci Cinemas” non può essere sicuramente preso quale punto di riferimento in quanto quel tipo di lavoro, sottopagato rispetto al “normale” mercato del lavoro, non era lavoro buono, viste le condizioni economiche e contrattuali applicate ma non è difficile riscontrare gli stessi “limiti” nella non difesa dell’occupazione, anche all’interno delle grandi fabbriche e strutture produttive del nostro territorio.
Rassegnazione; sembra questo, purtroppo, il sentimento prevalente ed è questo forse il maggior danno che si potesse immaginare; perché è la rassegnazione che ci rende distratti; che da la possibilità “ai soliti altri” di fare ciò che vogliono e di agire indisturbati nei lori affari (come quello dell’immobile di Via Barletta); che ci rende tutti estranei e sfiduciati.
Noi non ci stiamo e la rassegnazione...proprio NO!

Associazione "Io Ci Sono!" - Andria

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